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di Giuseppe Turani
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La Playstation 3
dice addio ai vecchi giochi
 
La PS3 che arriverà in Italia e in Europa sarà una versione diversa rispetto alla console sbarcata in Giappone e in Usa, con il risultato che la maggior parte dei giochi per PS2 non saranno compatibili con l'ultima creatura della Sony. Questo e altro in New Economy Monitor.
 
 
 
New Economy Monitor/1431
27 febbraio 2007

La Playstation 3 dice addio ai vecchi giochi

La PlayStation 3 che arriverà in Italia e in Europa sarà una versione diversa, per non dire ridotta, rispetto alla console sbarcata in Giappone e in Usa, con il risultato che la maggior parte dei giochi per PS2 non saranno compatibili con l'ultima creatura della Sony. E non si tratta di un gossip, ad ammetterlo, a poche settimane dall'uscita ufficiale, è lo stesso presidente di Sony Computer Entertainment Europe. David Reeves ha spiegato che i modelli destinati al Vecchio continente, all'Africa e all'Australia, utilizzeranno "una nuova specifica hardware". Il che equivale ad un addio verso i 'vecchi' videogame. Una notizia che sommata al prezzo non proprio economico (599 euro per l'unico modello disponibile, ovvero quello da 60 gigabyte), sta creando una forte ondata di malumore nel popolo dei videogiocatori.

Molto meglio, da questo punto di vista, è

andata ai consumatori americani e del Sol levante: anche nel loro caso c'è stato qualche problema di retrocompatibilità, ma l'Emotion Engine e il Graphic Synthesizer di PS2 (ancora montati sui modelli destinati ai loro mercati), permetteva di leggere ben il 98% dei titoli. Ora questi componenti, come annunciato dall'azienda, saranno sostituiti con un emulatore software, implementato a livello di firmware. Ma la compatibilità, è certo, non sarà completa. Di contro la versione europea, dovrebbe portare al superamento di alcune problematiche già riscontrate.

Altro discorso quello verso la PS1, in quel caso i titoli funzioneranno quasi tutti. Per avere una lista completa occorrerà aspettare il 23 marzo, giorno di uscita. In quella data la console di ultima generazione si presenterà sul mercato in grande spolvero, con 5 titoli originali e una trentina scaricabili online. Tutti in alta definizione. Anche qui le differenze con il passato appaiono nette: al lancio PS2 aveva solo tre titoli, ora la PS3 esce con 5 titoli originali, più i titoli dell'online tutti in Hd, compreso Gran Turismo HD che è gratuito, per un totale di 36 titoli. Anche se a marcare realmente la distanza col passato (almeno nelle intenzioni della Sony), sarà la qualità dei nuovi giochi. Tutto questo dovrebbe convincere anche i più riottosi a mandare in soffitta i vecchi giochi. "Continueremo a fornire aggiornamenti al firmware al fine di incrementare il numero dei titoli compatibili - ha detto Reeves -, ma piuttosto che concentrarci sulla compatibilità con il passato, nel futuro desideriamo focalizzarci maggiormente sullo sviluppo di giochi e funzionalità per l'intrattenimento che siano esclusivi per PS3".

Ovviamente questa politica aziendale coincide con una diminuzione dei costi di produzione del PS3. Ma il consumatore, in particolare quello italiano a cui toccherà la versione più cara, per ora non ne avrà alcun beneficio. "Sebbene nel lungo periodo questi risparmi sui costi di produzione ci permetteranno di ridurre il prezzo finale di PS3 (in modo simile a quanto abbiamo fatto durante i 6 anni di vita di PS2), nell'immediato non c'è in programma alcuna riduzione di prezzo", ha affermato David Wilson, direttore delle pubbliche relazioni di Sony UK. Appare quasi certo che il nuovo hardware presto arriverà sul mercato in tutto il mondo. Non rimane che vedere quali saranno le reazioni.

EBay nel mirino del fisco

Se eBay è un servizio di aste, i suoi clienti devono pagare le tasse sul venduto. Così la pensa l'Agenzia delle Entrate statunitense (IRS), che secondo il Financial Times dal primo gennaio 2008 potrebbe estendere la normativa vigente, sulle attività d'asta tradizionali, alla più nota piattaforma online. eBay come Sotheby's, insomma, e con gli stessi obblighi amministrativi. Tutti i dati finanziari degli utenti, che effettuano più di 100 transazioni all'anno o fatturano più di 5mila dollari, dovranno essere condivisi con l'IRS (Internal Revenue Service

Il gruppo dirigente di eBay non è assolutamente d'accordo, tanto più che a Washington sarebbero già in atto operazioni di lobbying per annullare l'iniziativa fiscale. Il Governo, però, sembrerebbe intenzionato ad andare avanti comunque e considerare eBay un vero e proprio "broker" che, come avviene normalmente, è tenuto a denunciare gli introiti degli operatori. In verità, come hanno fatto notare alcuni fiscalisti, eBay avrebbe dovuto fornire questo genere di informazioni da tempo. La questione di fondo è semplicemente legata alla definizione dell'attività della nota piattaforma online. Secondo IRS - e molti altri esperti - si tratta di un servizio di aste; secondo eBay, invece, il suo è "un servizio in stile asta più simile ad un centro commerciale". "IRS deve disporre di questi strumenti per far fronte alla carenza di dati correlati a queste entrate", ha dichiarato Nina Olson, National Taxpayer Advocate - una sorta di garante per i contribuenti. Secondo le ultime statistiche, eBay vanterebbe 97 milioni di utenti statunitensi che nel 2006 avrebbero venduto 25,2 miliardi di dollari di merce. Più di 720 mila, inoltre, utilizzerebbero i servizi di aste come prima o seconda attività lavorativa. La maggior parte non denuncia alcunché all'IRS. Jennifer Zuccarelli, portavoce del Dipartimento del Tesoro, ha voluto però sottolineare che non si tratta di un'iniziativa per colpire eBay o altre aziende note, ma di una soluzione che non baderà al medium: nessuna differenza quindi tra dimensione on e off-line. "Tutti i rivenditori professionali con cui ho parlato pagano le tasse e quindi la questione non si pone. La condivisione di dati non è un problema", ha dichiarato David Yaskulka, presidente marketing di Professional eBay Sellers Alliance - l'organizzazione che raccoglie 500 fra i più grandi rivenditori del sito.

Ebay, fondamentalmente, ha dichiarato che la questione riguarda il senso di responsabilità degli utenti: insomma, non vuole trasformarsi in un "cane da guardia" del Fisco. Se però saranno richieste informazioni specifiche su individui o entità societarie la cooperazione con l'IRS sarà massima. La norma sarà discussa a metà marzo al Congresso, presso House Ways and Means Committee. "La consideriamo come un punto di partenza, e siamo impazienti di risolvere il problema", ha dichiarato Matthew Beck, portavoce della Maggioranza democratica del Committee. Già, perché secondo alcuni osservatori il problema riguarda la discriminazione fiscale fra le attività commerciali online e off-line: chi ha un negozio on-street non può mediare con l'IRS; chi commercia abitualmente su eBay può decidere se denunciare o meno le sue entrate.

Con DoComo l'hamburger si paga col telefonino

Da Mcdonald's a Tokio l'hamburger si potrà pagare semplicemente passando il telefonino sull'apposito lettore. Ntt docomo inc., maggiore operatore di telefonia mobile del Giappone, offrirà infatti i suoi servizi di pagamento elettronico presso i ristoranti di Mcdonald's Japan holdings co. A seguito di un investimento di 300 milioni di yen da parte delle due aziende. Verrà creata una società congiunta per promuovere il nuovo servizio attraverso pubblicità via e-mail, ha annunciato Masanori Goto, un portavoce di Docomo, interpellato telefonicamente da Bloomberg news. Il servizio sarà disponibile a partire da ottobre e comprenderà i sistemi di pagamenti "id" e "toruca." Docomo ha avviato il servizio di pagamento elettronico nel 2005, anche per prevenire il passaggio dei propri clienti a servizi di telefonia mobile rivali. Il sistema consente agli utenti di utilizzare il telefonino come una carta di credito. La funzione di debito Toruca consente di immagazzinare moneta elettronica nel telefonino e poi di utilizzarla per gli acquisti, con un semplice passaggio su un lettore elettronico. Mcdonald's japan controllerà il 70 percento della nuova società, mentre Docomo deterrà la quota restante, hanno annunciato le due società in una conferenza stampa a Tokio.

New Economy Monitor è realizzato da Uomini&Business in collaborazione con FINECO SIM e ha cadenza giornaliera.

 
(27 febbraio 2007)